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Francesco Colombo, detto “Franco” nacque a Milano, 26 luglio 1899. Colombo fu uno dei “ragazzi del ’99” che nel 1918 partecipa alla Prima Guerra Mondiale come aviere,  contribuendo così al ricongiungimento all’Italia delle terre irredente. Fascista della prima ora, Franco Colombo partecipa allo squadrismo fino alla presa del potere da parte di Mussolini, diventando responsabile del gruppo rionale fascista “Montegani”. Nel 1943 non esita ad aderire alla Repubblica Sociale Italiana, fondando il 18 settembre la Squadra d’Azione Ettore Muti, intotalata appunto al soldato più decorato della storia d’Italia vigliaccamente assassinato dai traditori della Patria.

La Squadra d’Azione Muti, composta da Fascisti di provata fede rappresentava l’ala più dura e intransigente del Fascismo Repubblicano milanese, determinata a difendere ad ogni costo e con ogni metodo la Patria dai banditi che collaboravano con l’invasore. Gli omicidi di Piero De Angeli e di Aldo Resega da parte delle forze partigiane nel dicembre del 1943 accrescono ancora di più questa determinazione. Il 19 marzo 1944 viene costituita la Legiona Autonoma Ettore Muti con l’approvazione del Ministro dell’Interno Guido Buffarini Guidi. A Colombo venne assegnato il grado di Colonnello. Da gruppo squadrista milanese il gruppo di Colombo diventa una vera e propria forza militare della Repubblica Sociale Italiana. La Legione viene chiamata anzitutto a fronteggiare le bande partigiane in Piemonte, in particolare nelle province di Cuneo e di Vercelli. La Legione Autonoma Ettore Muti fu definita dal Duce “la mia pupilla”: a dimostrazione di questa grandezza, furono gli stessi reparti della LAM a scortare Mussolini quando lasciò Milano.

Significativo è il pensiero di Colombo: il Fascismo come redenzione. La LAM aprì le porte a moltissimi italiani (inquadrati nel reparto “Battaglione Ricostruzione Redenzione”) che vennero salvati dalla deportazione in Germania o dal carcere forzato. Ad essi Colombo offrì la possibilità di redimere i propri errori scegliendo la bellezza del combattimento per la Patria. Negli ultimi giorni della RSI Colombo tenta di ricongiungersi a Mussolini al seguito di duecento legionari, ma il 27 aprile, contravvenendo agli accordi, una colonna partigiana blocca la Muti presso Cernobbio. Colombo, ritenendo doveroso evitare un inutile spargimento di sangue, accetta la resa e scioglie i reparti. L’ultima spedizione di Colombo per raggiungere Mussolini si concluse con un altro blocco partigiano sempre in violazione degli accordi; Franco Colombo verrà portato a Lenno e sommariamente ucilato il 28 aprile 1945.
La sua tomba nel Campo X testimonia la vita di uomo che intese il Fascismo come sacrificio e redenzione, fedele al comandamento secondo il quale non vi sono privilegi se non quello di compiere il proprio dovere. Lo ricordiamo con un estratto del suo discorso al momento dello scioglimento della Legione Autonoma:

«Ragazzi, è finita. Abbiamo tenuto duro fino in fondo. Ci siamo battuti, duramente, perché nessuno pensasse che la nostra sconfitta fosse dovuta a viltà; perché l’onore è necessario ad un popolo per sopravvivere; perché l’Italia riprendesse quel posto segnato da millenni di storia. Per il domani, una volta raggiunta la pace, vi sono speranze. Forse molte più di quanto non immaginiamo. E’ necessario riaffermare il valore sacro dei nostri principi, i principi del Fascismo. Dovremo denunciare i futuri falsificatori della Storia, indicandoli come dei servili mercanti. La storia della nostra Legione è stata breve ma intensa. Non disperdiamone il seme. »

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