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Quelle croci emanano luce propria – Quando si arruolarono per difendere l’Onore d’Italia non avevano idea del paese che le generazioni future avrebbero ereditato al termine della guerra. Non sapevano che avrebbero visto svendere tutto, nascondere tutto, rinnegare tutto e criminalizzare il sentimento d’amore che li aveva spinti a morire nella guerra madre di tutte le guerre, lo scontro ideologico fra due concezioni del mondo; l’epocale battaglia dei popoli liberi contro l’oro e i suoi padroni. Non sapevano che le generazioni future avrebbero avuto le menti ottenebrate da decenni di propaganda liberista, non sapevano che il sistema li avrebbe un giorno dipinti come il male assoluto, quello che non ha in sé nemmeno un pallido raggio di luce, quello senza speranza, quello che ha agito in favore del male e nell’interesse del male. Non sapevano quale buio profondo sarebbe giunto, né di cosa sarebbero stati capaci i loro nemici, quale decadimento avrebbe stravolto l’Europa, che da faro della civiltà han trasformato in colonia per i loro turpi affari. Non sapevano cosa sarebbe accaduto poi, eppure hanno combattuto, negandosi la prospettiva di una vita futura affianco alle loro famiglie, alle loro donne ed ai loro affetti più cari. Hanno combattuto, e noi oggi abbiamo capito perché.

Parlando di Campo Dieci potremmo raccontarvi quando è stato creato, chi lo ha voluto, elencare la cronologia degli eventi che hanno scandito il suo mezzo secolo di storia. Invece no, quei dettagli li lasceremo ai più curiosi. Perché Campo Dieci è un simbolo, e come tutti i simboli ha valore in sé, anche senza date, anche senza approfondimenti. E’ piuttosto una consapevolezza quella che vorremmo lasciarvi; la consapevolezza che oggi si paga la sconfitta di allora. Che i frutti che oggi sono davanti ai nostri occhi sono stati seminati dagli invasori degli anni 40. E che il nemico è ancora fra noi, presente in ogni lattina di coca cola, in ogni corporation, in ogni granello di libero mercato mafioso, in ogni brama di possesso e consumo con cui hanno programmato i nostri cervelli come fossero giocattoli senza dignità.
E se è vero che il nemico è ancora fra noi, allora è anche vero che la guerra non è finita e che oggi tocca a noi.

Fratello, se ti batte nel cuore la mia stessa fede

se anche a te suscita il pianto l’Italia ferita

se anche a te l’amore comanda di servirla

se dal sacrificio di questi Eroi hai visto proiettare un cammino

dunque china la testa, piega la schiena, non esitare

non risparmiare alle tue mani il fango

e alle tue ginocchia mille flessioni

ascolta la Legione dei Martiri parlare alla tua coscienza

chissà che ti illumini, chissà che ti guidi, chissà che ti consigli

ed infine ti accolga.

Tu che passeggi fra i viali e fra queste croci

osserva! sbocciano fiori da Campo Dieci.

Onoralo col tuo lavoro, gli sia da medaglia la tua condotta,

Fratello, tu sei la primavera!

Ricorda, ricorda per sempre:

Se ti batte nel petto la mia stessa fede

Memento Campo Dieci!

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