Il nostro eroe fanciullo: Sergio Bresciani, “simbolo purissimo della virtù della gente d’Italia”
Il 4 settembre 1942 cadeva al Fronte dell’Africa Settentrionale il diciassettenne Sergio Bresciani, volontario nel Reggimento Artiglieria Celere “Principe Amedeo d’Aosta” (3°), uno dei tre reggimenti delle “Voloire d’Africa”.
Sergio Bresciani scappò da casa e in maniera rocambolesca raggiunse il reggimento al fronte, in Libia, dove fu arruolato sedicenne.
Le stellette se le guadagnò sul campo. Ma non solo quelle: è fregiato infatti di tre decorazioni al valor militare (medaglia d’oro, argento e bronzo) e della croce di ferro tedesca (di prima e di seconda classe).
Valga, a tracciare il Suo volto e il Suo esempio, il testo della suprema ricompensa al valor militare, concessa alla Sua memoria:
«Avanguardista sedicenne, fuggito di casa per accorrere sul fronte libico, portava nella batteria che lo accoglieva la poesia sublime della sua fanciullezza eroica. Sempre primo nel pericolo, rifiutava qualsiasi turno di riposo, riuscendo in ogni occasione di superbo esempio ai camerati più anziani. Durante una giornata particolarmente aspra, in cui il suo reparto veniva sottoposto a violentissimo tiro di controbatteria, in qualità di tiratore dell’ultimo pezzo rimasto efficiente, in piedi continuava a sparare fino all’ultimo colpo al grido di: “Viva il Terzo Celere!”. In altra azione di guerra, colpito dallo scoppio di una mina che gli recideva una gamba, sopportava con stoica fermezza la medicazione e, prossimo alla fine, pronunciava stupende parole di amor patrio, rammaricandosi di doversi separare dal reparto e dai compagni. Splendida figura di eroe fanciullo, simbolo purissimo della virtù della gente d’Italia. Marmarica-Egitto, marzo 1941/settembre 1942».