“Ufficiale il cui indomito coraggio era pari alla ferrea tenacia, dopo lungo difficile e pericoloso addestramento, violava, una prima volta, quale operatore di mezzi d’assalto subacqueo, una delle più potenti e difese basi navali nemiche, costringendo l’avversario a nuove severissime misure.
Inflessibilmente deciso ad ottenere risultati più cospicui, si sottometteva a nuova ed intensa preparazione, in una vita clandestina e di clausura, fino al momento in cui, con sovrumano sprezzo del pericolo e animato da sublime amor di Patria, ritentava l’impresa, nonostante il nemico avesse predisposto tutto quanto la tecnica poteva escogitare per opporsi all’ardimento dei nostri uomini.
Penetrato una seconda volta nella base avversaria, vi incontrava eroica morte, legando il suo nome alla tradizione di gloria della Marina Italiana.
Gibilterra, 9 dicembre 1942”
Nacque a Parenzo (Pola) il 12 febbraio 1915. Promosso Guardiamarina nel 1937, dopo un breve periodo di imbarco su unità di superficie, sulle quali partecipò a missioni durante la guerre di Spagna, prese imbarco prima sul sommergibile Narvalo e poi sull’Atropo, con il quale partecipò alle operazioni militari in Albania dell’aprile 1939.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale partecipò, con il sommergibile Torelli sul quale si trovava imbarcato, alla prima missione di guerra dei sommergibili italiani in Atlantico, al termine della quale, a domanda, venne trasferito presso la X Flottiglia MAS di La Spezia e, dopo un duro addestramento, divenne Operatore dei Mezzi d’Assalto. Promosso Tenente di Vascello nel 1941, fu Comandante della famosa squadra di operatori denominate “dell’Orsa Maggiore”, che operò con successo nella base navale inglese di Gibilterra.
Nel secondo tentativo di forzamento della base di Gibilterra, effettuato nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1942, partendo dal piroscafo Olterra, opportunamente trasformato in base operativa, si portò ad attaccare la corazzata inglese Nelson, ma nella fase più delicata della missione, e quando aveva gia superato le più difficili ostruzioni, trovò la morte accanto al suo fedele compagno, Sottocapo Palombaro Giovanni Magro, nella deflagrazione di cariche esplosive lanciate in mare dalle imbarcazioni di vigilanza agli sbarramenti foranei.
Altre decorazioni:
Medaglia d’Argento al Valore Militare sul Campo (Mar Mediterraneo, maggio 1941);
Medaglia d’Argento al Valore Militare sul Campo (Gibilterra, settembre 1941).