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La chiamano Liberazione, bel nome! Altisonante, Santo Cielo, chi non vorrebbe essere liberato?

Penso sia nei sogni di tutti una bella liberazione, ma poi ci pensi su, e ti dici che forse con 100 basi americane sulla tua terra non è che ci si possa sentire troppo liberi. Metti caso che a te una guerra non piace, dici “no, da qui non si decolla, da qui non si bombarda”? No no, si dà il caso che la Nato abbia deciso e, alla faccia del suo nome, da Gioia del Colle decolla nulla di gioioso, oh povera Puglia! Trabocchi d’oro, e vedi quale frutto ti fanno esportare! Strana liberazione coi loro soldati ad Aviano, coi loro dollari nelle nostre S.p.A., coi loro rapper su MTV, e i loro whopper nei Burger king. Poi c’è la Resistenza, la chiamano resistenza, anche questo è un bel nome, altisonante, tutti vorrebbero resistere, perché chi non resiste cade, ma poi ci pensi su, e ti ricordi che a scegliere la musica è chi paga il musicista.

Quelle armi ai partigiani chi le ha date? Inglesi, sovietici e americani, avranno voluto un pegno, no? Ecco che, senza laurea, ti spieghi: finanza scellerata, rating e banchieri, spread e derivati, mafia e P2. Bombe e detriti sono le pillole con cui ci hanno somministrato il piano Marshall, ottimo deal, non c’è che dire, e noi abbiamo firmato, condannando – quante? – dieci, venti, cento generazioni alla schiavitù? Non ha importanza… il 25 aprile è festa, ci hanno liberato dallo straniero. Almeno, così dicono, ma ormai sono gli italiani a scarseggiare, non gli stranieri, almeno, così è sui tram, così è da noi. Intanto è arrivato il 2013, e di liberazioni ne abbiamo viste altre, Afghanistan, Iraq, Egitto, Tunisia, Libia e, tra un po’, forse la Siria.

Ecco, scusate, non me ne vogliate ma io di festeggiare proprio non me la sento. Giustificare proprio tutto, io no, e che diamine signori, giustificare il sangue, l’orfano, la vedova?! Ho l’ardire di pensare che senza Sicilia e Normandia l’Italia sarebbe la terra degli italiani e non una portaerei americana sul mare nostro. Come dite? La democrazia? Certo, davvero vogliamo accettare lezioni da questi docenti? han per pulpito Hiroshima e Nagasaki, Dresda e Gorla!

Dai abbiate pazienza, festeggiate voi, ch’io non mi sento proprio liberato.

Con il televisore spento dirigerò il pensiero alla Serenissima Repubblica e ingannerò me stesso ricordandomi che il 25 aprile ricorre San Marco. L’immagine del suo leone mi porta alla mente Dante, quello vero, tutt’altro che benigno, che “Uomini siate, e non pecore matte…” suggerisce e, difatti, quello stesso 25 aprile, a Campo 10, nulla pasce, ma ruggisce.

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