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Il sacrario militare di Redipuglia è un cimitero militare monumentale sito nel comune di Fogliano Redipuglia, in provincia di Gorizia, voluto dal Regime fascista per celebrare il sacrificio degli oltre 600mila soldati italiani morti durante la prima guerra mondiale e per ospitare i resti terreni di oltre 100mila Caduti. I lavori, diretti dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni, furono avviati nel 1935 e conclusi nel 1938. Ogni aspetto della progettazione e realizzazione del sacrario è stato caricato di valore simbolico, a partire dall’ubicazione. Esso infatti sorge sul versante occidentale del Monte Sei Busi, che proprio durante la guerra del 15-18 fu aspramente conteso per la sua posizione strategica che permetteva il controllo di ampie porzioni del campo di battaglia e di parte del Carso Triestino, quest’ultimo parzialmente compreso nell’area del parco commemorativo di oltre 100 ettari che fanno del sacrario il più grande d’Italia e fra i primi al mondo per dimensione. Ai piedi della monumentale scalinata fulcro del sacrario, si viene accolti da un ampio piazzale lastricato in pietra del Carso, attraversato dalla Via Eroica, affiancata a sua volta da due file di 19 lastre di bronzo ciascuna recante il nome di una località dove i combattimenti furono più aspri. In fondo alla Via Eroica, i Caduti sono idealmente schierati come una grande unità da combattimento composta da 100mila uomini, con in testa la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta, Comandante della Terza Armata, affiancata dalle tombe dei suoi generali. Alle loro spalle, in una scalea di 22 gradoni, trovano riposo le salme di 39.857 soldati identificati e disposte in ordine alfabetico, mentre nell’ultimo gradone sono ospitate in due tombe comuni ai lati della cappella votiva le salme di 60.330 militi ignoti. Nella cappella votiva e nelle due sale adiacenti sono custoditi oggetti personali dei soldati italiani e austro-ungarici.
Il sacrario fu inaugurato il 18 settembre del 1938.

Lo stesso giorno di 23 anni prima, il 18 settembre 1915, così Mussolini scrisse sul suo diario di guerra:

” Prima di giungere alla meta, passiamo accanto a fosse di soldati italiani. Quattro o cinque. Mi sono
chinato su una rozza croce di legno e ho letto: – Oscar De Lucia, sergente, morto il 13 settembre
1915 – Le altre croci non recano nomi. Sono fosse collettive. Poveri morti, sepolti in queste
impervie e solitarie giogaie! Io porto nel mio cuore la vostra memoria!

Tratto da “Scritti e Discorsi di Benito Mussolini” vol. I, pagine 80-81

Ancora Mussolini, questa volta sulle colonne de “Il Popolo d’Italia” il 12 luglio 1917:

Commemorare significa entrare in quella comunione di spiriti che lega i morti ai vivi,
le generazioni che furono e quelle che saranno, il dolore aspro d’ieri al dovere ancora più aspro di domani.
Commemorare significa fare un esame di coscienza, scandagliare sino all’ultimo l’anima nostra
e poi chiedere a noi stessi:
saremmo noi, che pure lo indichiamo agli altri, capaci di seguire quell’esempio?
Saremmo noi pronti ad affrontare liberamente e deliberatamente il sacrificio estremo,
pur di contribuire al trionfo di un ideale?

Ecco perché oggi Memento vi porta in visita al sacrario di Redipuglia; perché questa visita susciti delle vostre coscienze queste domande, e perché un domani il vostro cuore trovi la fede ed il coraggio di rispondere

Presente!

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