In occasione di una delle nostre recenti conferenze sulla Grande Guerra abbiamo fatto osservare come le Istituzioni italiane, occupate da 70 anni da servi del mondialismo moderno, abbiano eletto a grande momento patriottico la resistenza piuttosto che la prima guerra mondiale. Per la sua portata e il grande coinvolgimento di tutta la nazione, la Grande Guerra avrebbe potuto rappresentare per l’eternità l’evento intorno al quale compattare il popolo italiano con la memoria condivisa di una vittoria che ha completato il processo di indipendenza e di unità nazionale. Al contrario, la resistenza, al di là delle ideologie, non sarà mai un momento patriottico, essa è stata divisione, guerra civile, fratricida. Come dimostra la scelta del Ministero dell’Istruzione sui temi d’esame per i maturandi, non ci sbagliavamo; per questi signori il 2015 non è il centenario della Grande Guerra italiana, ma il 70esimo della liberazione e della resistenza. Dunque non stupisca l’individualismo egoista degli italiani, e non si punti il dito sul popolo se appare incapace di saldarsi intorno alla bandiera; anche occasioni come questa vengono sciupate dalle istituzioni per coltivare le divisioni ideologiche anziché l’unità del popolo, proprio da quelle stesse istituzioni che per natura dovrebbero impegnare uomini e mezzi per la salvaguardia di una memoria patriottica condivisa, elemento indispensabile di unità per la conservazione dell’identità di popolo. Perciò oggi pubblichiamo su questa pagina una foto che ritrae la salma del Milite Ignoto a Roma trasportata dalle Medaglie d’Oro della Grande Guerra, un pensiero che dedichiamo all’Eroe senza nome che questa repubblica non ha saputo celebrare neppure in questa preziosa occasione, ma che ancora guarda e sorride ai puri di cuore dai cieli sconfinati della Capitale.

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