TRIESTE, 10 GIUGNO 1944: TERRORE SULLA CITTA‘.

“La provincia di Trieste entrò in allarme”, si legge nel rapporto dell’UNPA al prefetto, “alle ore 9 antimeridiane del 10 giugno 1944″, una splendida giornata di sole. Una quindicina di minuti dopo circa 100 bombardieri americani, scortati da una squadriglia di caccia, si presentarono sul cielo di Trieste. Era una formazione di B24 “Liberators” appartenenti ai Bombardment Groups 376th e 449th della 15th USA Air Force con basi inPuglia. Da una quota di quattromila metri, in quattro ondate, vennero sganciate circa 300 bombe dirompenti ed incendiarie di grande e medio calibro. Subirono gravi danni numerosi impianti industriali e la raffineria “Aquila”, i nodi ferroviari e molti magazzini dell’area portuale; fu colpita anche una nave della Croce Rossa ormeggiata nei pressi della Stazione Marittima. Quello che, secondo i vertici dell’aviazione statunitense, doveva essere un bombardamento di “precisione” contro obiettivi di interesse militare, si trasformò nell’ennesima tragedia per la popolazione inerme. Le bombe centrarono molte abitazioni civili ed intere zone dell’area urbana furono letteralmente sconvolte dalle esplosioni causate dagli ordigni ad alto potenziale: San Giacomo e i quartieri dei Campi Elisi e di Montebello furono tra i rioni più colpiti. La suggestiva chiesa della Beata Vergine delle Grazie, in via Rossetti, venne rasa al suolo: tra le macerie furono estratti i cadaveri di quattro frati molto amati dalla gente del rione. Appena suonato l’allarme i religiosi si erano recati a pregare nella chiesa che, poco dopo, venne centrata in pieno dalle bombe. Alla fine il bilancio dell’incursione fu di oltre 100 case di abitazione distrutte, mentre altre 140 risultarono gravemente danneggiate. Oltre 4.000 persone restarono senzatetto, 463 le vittime e oltre 800 i feriti ricoverati. Tra la fine di gennaio 1944 e la metà di febbraio 1945, la città di Trieste, le frazioni di Dolina, Opicina ed il comune di Muggia subirono 14 bombardamenti angloamericani (12 nel 1944 e 2 nel 1945) che causarono la morte di 725 civili. A questo numero vanno aggiunte le vittime dei mitragliamenti indiscriminati dei caccia americani ai danni del piroscafo “San Marco” (9/9/1944: 150 vittime) e del vaporetto “Itala” (27/9/1944: 17 vittime).