LUIGI COPPA

LUIGI COPPA
Laveno (Varese) 14/9/1898  – Novara 18/7/1922

Nato a Laveno il 14-9-1898, caduto in Novara il 19-7-1922.
In quel periodo di passione che è ben vivo nel nostro ricordo, forse nessun atto di crudeltà fu più freddamente compiuto di quello che tolse la vita a Luigi Coppa, combattente, decorato e fascista della vigilia, sull’imbrunire del 18 luglio 1922. Non ha neppure l’attenuante dell’impeto d’ira che travolge la volontà. A Novara lungo il corso Cavour in un gruppo di fascisti, il Coppa chiede celiando “Il Lavoratore”, giornale bolscevico, ad un giornalaio: ed ecco un improvviso colpo di pistola gli passa il petto e lo stende a terra mentre cinque suoi compagni cadono feriti accanto a lui. All’ospedale lo coglie la morte: poche ore di poi le Camicie Nere occupano il Municipio e danno l’assalto alla Camera del Lavoro devastandola…
Nel nome di Luigi Coppa si inizia il movimento fascista contro i covi del bolscevismo novarese e contro i rinnegatori ostinati della Patria.
Il Novarese brucia di febbre fascista e si prepara ad altre imprese e ad altre vittorie. Come nel maggio di guerra liberatore…[1]

Partecipò alla Grande Guerra in un reparto di arditi, entrando nel dopoguerra nelle file del fascismo. Rispondendo all’appello dei fascisti di Novara si recò, il 18 luglio 1922, in quella città per arginare lo sciopero arginato dai sovversivi. Mentre era con altri camerati chiese ad un edicolante, per scherzo, il quotidiano comunista “Il Lavoratore”. Questi allora, con una rivoltella che teneva nascosta sotto i giornali, aprì il fuoco sui fascisti, colpendone cinque. Il Coppa, ferito gravemente, venne trasportato all’ospedale dove prima di spirare disse ai propri camerati: “Perché piangete? Viva l’Italia?”[2].

[1]       Partito Nazionale Fascista – Federazione dei Fasci di Combattimento Novara, “Biografie di Caduti per la Rivoluzione”, Stabilimento Tipografico Cattaneo, 1936 – XIV, p. 8

[2]   Circolo Filippo Corridoni, “Per l’Italia. I Caduti per la Causa Nazionale (1919-1932)”, Edizioni Campo di Marte, Parma, 2002, p. 47