La seconda battaglia di El Alamein (o terza battaglia di El Alamein per quegli autori che chiamano la battaglia di Alam Halfa seconda battaglia di El Alamein) venne combattuta tra il 23 ottobre e il 3 novembre 1942 durante la campagna del Nordafrica della seconda guerra mondiale. Lo scontro vide fronteggiarsi le forze dell’Asse dell’Armata corazzata italo-tedesca comandate dal feldmaresciallo Erwin Rommel, e l’Ottava armata britannica del generale Bernard Law Montgomery.
La battaglia ebbe inizio con l’offensiva generale britannica (nome in codice operazione Lightfoot) e continuò per alcuni giorni con intensi combattimenti dall’esito alterno e pesanti perdite per entrambe le parti. L’Armata corazzata italo-tedesca del feldmaresciallo Rommel venne infine costretta a ripiegare con i pochissimi mezzi rimasti, di fronte alla netta superiorità numerica e materiale britannica. Interi reparti dell’Asse, soprattutto italiani, furono costretti alla resa perché sprovvisti di veicoli a motore. Il ripiegamento venne inoltre ritardato dagli ordini di Adolf Hitler che imponevano una resistenza estrema sul posto, nonostante il parere contrario del feldmaresciallo Rommel.
La vittoria britannica in questa battaglia segnò il punto di svolta nella campagna del Nordafrica, che si concluderà nel maggio 1943 con la resa definitiva delle forze dell’Asse in Tunisia.
Molte unità offrirono infatti una caparbia resistenza, come i paracadutisti della “Folgore”, che si batterono eroicamente per giorni e giorni subendo gravi perdite infliggendone al nemico anche di maggiori. Combatterono i corazzati britannici con mezzi di fortuna, quali bottiglie incendiarie e cariche di dinamite, avendo solo oltre a queste pochi cannoni anticarro da 47/32 con altrettanto poche munizioni. Esaurite anche queste risorse, i paracadutisti si nascosero in buche scavate nel terreno e attaccarono mine anticarro ai mezzi britannici in movimento (i resti della “Folgore” si arrenderanno solo il 6 novembre dopo aver distrutto le proprie armi rese inutili dall’esaurimento delle munizioni).
E’ qui che la fama dei paracadutisti italiani si consolida nel rispetto dello stesso avversario di allora. Dirà Sir Winston Churhill all’indomani della battaglia di El Alamein ” “…dobbiamo davvero inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore”. La divisione aveva resistito ad un attacco portato da forze pari a due divisioni corazzate e quattro di fanteria.
Mentre nel deserto si consuma la sorte della “Folgore”, in Italia si costituisce una seconda Scuola a Viterbo ed una seconda Divisione, la “Nembo” seguita dalle basi della terza “Ciclone”. L’armistizio bloccherà l’ulteriore sviluppo della specialità. La “Nembo” si batterà contro i tedeschi inquadrata nel Corpo Italiano di Liberazione prima di essere riordinata in Gruppo di Combattimento “Folgore”.
Nel dopoguerra tramanda le tradizioni della Specialità la Brigata paracadutisti “Folgore”. Attualmente i reggimenti sono 4 e le loro Bandiere sono decorate di 2 Croci di Cavaliere dell’O.M.I., 2 Medaglie d’Oro, 4 Medaglie d’Argento, 1 Medaglia di Bronzo ed 1 Croce di Guerra al Valor Militare, di 1 Medaglia d’Oro 3 d’Argento ed 1 di Bronzo al Valore dell’Esercito ed 1 Medaglia d’Argento al Valore.